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martedì 17 agosto 2010

Storie di STRA-ordinaria Follia

Post n°15 pubblicato il 04 Agosto 2010 da paulget
Foto di paulget
La follia, mio signore, come il sole se ne va passeggiando per il mondo, e non c'è luogo dove non risplenda. (William Shakespeare)



“Tu dici? Non è forse che viviamo anche ora in un epoca oscura? “ chiese l’uomo al suo compagno di viaggio.
“Quello che io credo o non credo non ha nessuna importanza “rispose l’uomo “ l’importante per noi ora è salvare il salvabile, a cominciare dal nostro progetto. Il punto essenziale, quello da cui dipende la riuscita del nostro lavoro futuro è quello di dare a loro quello che vogliono, dare a loro ciò che loro possano accettare e senza che abbiano motivo di credere, solo sulla base di una possibilità,  in quello che noi vogliamo creare. “

L’uomo si massaggiò la barba ispida ma ben curata, cambiò posizione sporgendosi in avanti per avvicinare di più il suo viso a quello dell’amico e collega e, quasi in un sussurro, disse : “ A meno che tu non voglia passare per un folle, a meno che tu non voglia esser tacciato come tale e portare avanti i tuoi “esperimenti” da solo senza il becco di un quattrino. “

L’altro, seduto di fronte, si tolse gli occhiali con cui stava scorrendo alcune pagine di un  manoscritto e, con gli occhi fissi in quelli dell’uomo disse in tono neutro “ In culo loro e i loro soldi..”

“ Ma..cosa stai dicendo- gli rispose l’uomo -se...”  ma lui non sentì più nulla, si alzò nello stesso momento in cui il treno si fermava, rischiando di finire addosso all’amico e tutto cambiò;  il ruscello crebbe e diventò un torrente.

“ Non avremmo forse un mondo ancora fermo al medioevo senza quelli che tu chiami folli!?
Non sarà che non siamo mai usciti e mai usciremo da quell’oscurantismo che crediamo far parte di epoche  passate, remote, di cui sorridiamo e  a volte ci stupiscono?
Non è che oggi l’oscurantismo esiste ancora, e noi non ce ne rendiamo conto? “ e il torrente si ingrossò ancora…
“ Forse  nemmeno all’epoca se ne rendevano conto?  Come un pesce che nuota nel mare e, se gli parlano del mare, non sa cosa sia perché ne è avvolto, come l’aria che respiriamo di cui noi siamo avvolti, non ce ne rendiamo conto perché ne siamo immersi.?
Immersi  oggi come ieri in un periodo buio che si prende gioco e schernisce le forze “mistiche”, definite così perché non siamo in grado di vedere o di capire. E chi cerca di andare in là e cerca di uscire da tutto questo buio e cerca di portare il mondo fuori da questo buio è un folle?! “

Prese il cappotto, prese la cartella e la macchina da scrivere che aveva con sé,  l’uomo dalla bella barba curata lo interruppe, o almeno provò a farlo, ma il torrente era divenuto fiume,  e il fiume un fiume in piena,  e fu come voler fermare l’impeto delle acque con una diga di sabbia…

“ Se oggi per noi è una cosa normale che la terra sia una sfera, nell’epoca dell’  "idea di una Terra piana",  non si poteva concepire in altro modo,  perché i mari sarebbero crollati.
Ah beh certo..oggi!  Sì, lo sappiamo il perché.  Ma  all’epoca se uno immaginava, credeva, sentiva quasi, e,  cosa molto più pericolosa,  "affermava"  che ci fosse una forza misteriosa che tiene i mari attaccati alla terra, non era forse considerato un folle?! Idea balzana, forza che non si conosceva, che non faceva parte dell’universo conosciuto, estranea al mondo reale…e quindi..Folle! “
Non riusciva ad infilare la mano nella manica del cappotto liso e se lo gettò sulle spalle, poi,  il fiume riprese la sua corsa..

“ Quante follie per arrivare al mondo che conosciamo oggi. Quante follie ancora si devono fare?
Quante mele devono ancora cadere sulla testa di qualcuno affinché si possa uscire da quell’oscurità di cui siamo pregni.
Quante persone devono ancora vedere una nave all’orizzonte abbassarsi fino al camino e poi scomparire quasi inghiottita dal mare, per uscire da questo mondo che deve essere sempre e comunque sotto il controllo e sottomesso ad un senso di colpa continuo per poter mantenere un potere. Un potere che porta a nuovi roghi, a nuove streghe, e nuove inquisizioni, certo..più ‘moderne’ più ‘civili’. “

“ Ma noi siamo scienziati!! Guglielmo!! Non devi….”
ma la diga sabbiosa crollò..

 E la forza del fiume, rotti gli argini, si placò, riprendendo un corso tranquillo finalmente libera da vincoli. Quasi con serenità. Quella corrente quieta  continuò il suo percorso verso il mare..

“ Lasciami dire una cosa ancora,  visto che ti definisci un "uomo di scienza".
Una delle menti più grandi dei nostri giorni disse un giorno: “Ciò che a noi sembra impenetrabile esiste realmente. Dietro i segreti della natura c’è qualcosa di sottile, intangibile e inspiegabile.
La mia religione venera questa forza che va aldilà della nostra capacità di comprensione””

“ E chi è un filosofo?  Un mistico orientale?”  Lo interruppe con sarcasmo il compagno.

“No amico mio..uno scienziato, il professor Albert Einstein. E aggiunse anche che la religione del futuro sarà una religione cosmica. Trascenderà il Dio personale e lascerà da parte dogmi e teologia.”

Prese la macchina da scrivere, la cartella con i suoi appunti, e guardando un ultima volta il compagno rimasto con la bocca aperta e con la mano immobile sospesa sopra la barba ben curata, con un tono tranquillo aggiunse:

“ Tu vai pure avanti per la tua strada, io scendo qua, e vedrai che un giorno gli uomini capiranno  e crederanno anche in questo e vedrai che quel giorno,  disse fermando lo sguardo sul plico di fogli nella cartella, tu ricorderai questo momento.
E i folli di oggi diventeranno di colpo menti illuminate, e il mondo troverà altri folli da combattere.

Così dicendo, nell’imbarazzo del suo ormai ex collega, fra passeggeri attoniti che cercavano un qualcosa da fare, qualcosa da vedere, che cercavano di sistemare cravatte già a posto per non incrociare lo sguardo di quel personaggio strano, scese dal treno e con la follia  nella cartella che teneva in mano,  si avviò per quella città sconosciuta in  cerca di un caffè dove aspettare il prossimo treno che lo avrebbe riportato indietro, a casa, nel suo mondo di “folle” ma pieno di chiarezza, speranza e sensazioni che, a volte, solo la follia ti può dare.

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